ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA 

Anno C – Apocalisse 11, 19a; 12, 1-6a.10ab; 1Corinzi 15, 20-27a; Luca 1, 39-56 

LA GENERATRICE DEL SOLE ALLA TERRA È LA GENERATA DAL SOLE AL CIELO  Giancarlo Bruni O.S.M., in Il suonatore di flauto, ed. Servitium ed. a Cura del Priorato di Sant’Egidio – Sotto il Monte  (BG) pag. 218-220 – Assunzione della Beata Vergine Maria, Anno C 

1. Il brano evangelico inizia con il contemplare  Maria quale arca che contiene in sé la Presenza (Luca 1,39-45), un’arca di pace (Luca 1,40; 10,5), che senza  indugio (Luca 1,30; 10,4) si pone in viaggio verso la  casa del sacerdote Zaccaria, della giusta e profetessa  Elisabetta e del precursore Giovanni. Un viaggio in  vista del rendere il benedetto frutto del grembo di  Maria. 

Un incontro nello stupore: «A che cosa devo che la  madre del mio Signore venga da me?» (Luca 1,43),  nella gioia: «Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei  orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio  grembo» (Luca 1,44), e nella proclamazione di Maria  come «benedetta» (Luca 1,42) «e beata per aver  creduto all’adempimento di ciò che il Signore le ha  detto» (Luca 1,45). 

Proclamazione-esclamazione nello Spirito (Luca 1,41-.42) che muove Maria al canto, al Magnificat  (Luca 1,46-56), che è altresì gioiosa risposta al  «rallegrati» dell’angelo dell’annunciazione (Luca 1,28). E le ragioni del danzare, quello di Elisabetta e di  Giovanni attorno all’arca, come già il re David  (2Samuele 6, 9.11.16), e dell’esultare, quello di Maria,  non mancano. Sono le «grandi cose» operate dallo  sguardo misericordioso di Dio sull’umile sua serva  Maria: la decisione, mosso da benevolenza, di visitarla  e di renderla creatura bella e graziosa in vista della  nascita da lei del più bello tra i figli dell’uomo (Luca  1,28s.), il Sole inviato per guidare il cammino  dell’uomo sulla via della pace (Luca 1,78-79). 

2. Pagine altissime che svelano al contempo il  mistero della Chiesa e del cristiano come umanità non  orgogliosamente adagiata sul potere culturale, politico  e economico (Luca 1,51-53), ma nella gioia chiamata a  divenire il grembo-arca del Sole di giustizia  partorendolo in ogni dove con la parola e la  testimonianza della vita. In un sì (Luca 1,38) allegro  (Luca 1,46) e ad alto prezzo (Luca 2,34). 

3. È a partire da queste narrazioni evangeliche  incastonate in tutta la Scrittura che la Chiesa orante – in sintonia con il criterio che vi sono verità  chiaramente asserite nella Scrittura e verità che  trovano il loro fondamento nell’insieme biblico – è pervenuta alla intelligenza di Maria come donna della  dormizione, la morte convertita in sonno, e del transito  come assunzione nel mondo di Dio. Maria, l’arca donna (Giovanni 2,1-5; Apocalisse 12,1) che ha  accolto e generato il Sole alla terra, è dal Sole accolta e  generata al cielo. 

Evento di purissima grazia, “cosa grande”, opera  dello sguardo di tenerezza e di misericordia di Dio che  innalza gli umili. Evento che adempie la promessa di  Cristo: «Vado a prepararvi un posto» (Giovanni 14,2),  e che il Padre opera in virtù della potenza del Risorto,  «il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per  conformarlo al suo corpo glorioso» (Filippesi 3,21).  

L’assunzione di Maria è il capitolo primo della  resurrezione di Cristo, evento che porta a compimento  la configurazione di Maria a Cristo. I «predestinati a  essere conformi all’immagine del Figlio» (Romani 8,29) nel loro esistere lo devono essere altresì «nella  morte, con la speranza di giungere alla resurrezione dai  morti» (Filippesi 3,10-11). 

Evento che costituisce Maria icona escatologica  della Chiesa, dell’umanità e del cosmo, «primizia e  immagine della Chiesa» recita il Prefazio.  

La madre di Gesù – leggiamo nella Lumen gentium 68 – sulla terra brilla come un segno di sicura  speranza e di consolazione per il popolo di Dio in  marcia, fino a quando non verrà il giorno del  Signore» (2Pietro 3,10) 

Maria diventa così la chiave di lettura della grazia:  da Dio generata al mondo, da Dio resa creazione  ricondotta alla sua bellezza originaria, da Dio costituita  grembo della Parola, da Dio conformata a Cristo nel  vivere, nel morire e nel sorgere e da Dio donata come  immagine della creazione condotta al suo destino  ultimo.  

E Maria diventa altresì chiave di lettura della fede,  il sì, e in Maria ciascuno legga sé stesso e veda  adempiuto da Dio il sogno millenario dell’umanità,  l’approdo nella luce senza tramonto.

Giancarlo Bruni, (1938) appartiene all’Ordine dei Servi di Maria e nello stesso tempo è monaco della Comunità ecumenica di Bose.

Risiede un po’ a Bose e un po’ all’eremo di San Pietro alle Stinche (FI).