Epifania del Signore
Anno C – Isaia 60, 1-6; Efesini 3, 2-6; Matteo 2, 1-12
IN CAMMINO VERSO LA CASA DELLA LUCE
Giancarlo Bruni O.S.M., in Il suonatore di flauto, ed. Servitium ed. a Cura del Priorato di Sant’Egidio – Sotto il Monte (BG) pag. 36-38; Epifania del Signore, Anno C
1. I magi rappresentano l’uomo che, mosso da una stella-luce interiore, si mette in viaggio alla ricerca della stella-luce che lo faccia nascere alla conoscenza vera del sé. Di fatto è dalla consapevolezza della insufficienza del presente, indissolubilmente sposata al desiderio di approdo verso lidi di maggiore chiarezza, che nasce il pellegrinaggio la cui nota caratteristica è l’uscita o il decentramento dall’io-noi per trovare altrove il centro fondativo, identificativo e solido del sé. Per poi ritornare sui propri passi facendo le cose di prima con una consapevolezza diversa da prima.
Un viaggio a tappe, ritmato, per i magi i momenti della interrogazione del cuore, del cielo stellato e delle scritture di Israele, per ciascuno in particolare il cercare frammenti di luce nella parola della tradizione, della scienza, della psicologia, della sociologia, della filosofia e dei grandi racconti della storia delle religioni. Sentieri che ciascuno intraprende in maniera assolutamente unica e singolare, anche se percorsi insieme.
2. Nella storia umana del pellegrinaggio, pensiamo tra gli altri a quello degli israeliti e delle stesse genti a Gerusalemme «città di luce» (Isaia 60, 1-6); quello cristiano, esemplarmente significato dai magi, si distingue per l’approdo alla “casa della luce”:
Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra (Matteo 2, 11).
I magi, il cui viaggio era iniziato dall’inquietudine di un cuore bramoso di pervenire alla luce, sorretto da una intelligenza aperta al linguaggio del creato e dei racconti di senso, diventano in tal modo l’icona di un variegato cammino approdato in Maria-chiesa, nella chiesa Maria “casa della luce”, nel particolare la chiesa giudeo-cristiana aperta alle genti.
L’evangelista sottolinea volutamente, con il «con Maria», lo stretto legame Maria-chiesa Bambino; lì, l’«Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Giovanni 8, 12), è a casa sua e si fa incontrare e si consegna come luce ai pellegrini mendicanti di luce. Viandanti costituiti uomini della gioia, della visione, dell’adorazione e della diversità: «Al vedere la stella, essi provarono una grande gioia» (Matteo 2, 10).
Della visione: il bambino trovato, a loro gioia, è re: questo significa il dono dell’oro; è Dio: questo significa il dono dell’incenso; è amore fino a morirne: questo significa il dono dell’incenso. Un’intelligenza che sfocia nella prostrazione adorazione.
Viandanti infine costituiti uomini della diversità: «Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese» (Matteo 2, 12). Stranieri a ogni potere che, in nome del primato del sé, si distingue per spegnere ogni luce non funzionale al sé, al contrario testimoni di una Luce per tutti, attenta a non spegnere ma a ravvivare luci sul punto di spegnersi (Matteo 12, 20), pronta a tradursi in consegna d’amore a quanti l’hanno spenta.
3. Nella celebrazione dell’Epifania si annodano molti significati: il pellegrinaggio dell’uomo verso la luce, Gesù luce al cammino dell’uomo, e la chiesa casa della luce di nome Gesù, data alla terra perché i cercatori della luce in essa la possano trovare, e con essa possano finalmente trovare sé stessi in verità, iniziati alla conoscenza di sé come «figli della luce» (Giovanni 12, 36).
Ogni pellegrinaggio è segnato dalla speranza di pervenire all’in principio della propria indicibile origine: nati da Dio luce in Cristo luce (1Giovanni 1, 5; Giovanni 8, 12; 12, 35-36) e del proprio indicibile esserci al mondo, donati a esso come luce: «Voi siete la luce del mondo» (Matteo 5,14), indici all’uomo di che cosa significhi attraversare il giorno dato a vivere da illuminati: «Camminare nell’amore» (2Giovanni 6).
Epifania dunque uguale a manifestazione di Gesù luce cosmica, della chiesa, casa ove la Luce può essere intravista nonostante le sue opacità, e di ciascuno chiamato a diventare la propria verità, cioè epifania di Cristo luce, spandendo briciole d’amore visibili da chi spera di venire alla luce. E un ritornare alla piazza del proprio villaggio in nuova consapevolezza, e felici nel sapere che Cristo luce può far nascere figli della luce anche dalle pietre e al di fuori di ogni chiesa. Egli è il divino nascosto e sotteso a ogni coscienza sotto il sole, a noi il compito di esserne memoria risvegliatrice.
Giancarlo Bruni, (1938) appartiene all’Ordine dei Servi di Maria e nello stesso tempo è monaco della Comunità ecumenica di Bose.
Risiede un po’ a Bose e un po’ all’eremo di San Pietro alle Stinche (FI).